Le 10 cose da sapere per un maestro di danza

L’insegnante di danza è un ballerino, un educatore, un leader e una figura pubblica. Esistono alcune caratteristiche come la pazienza, l’affabilità e la gentilezza utili in questo mestiere, su cui è possibile lavorare. Nonostante siano per così dire, difficili da imparare, si possono comunque acquisire e incrementare con il tempo.
 Ma le propensioni individuali non bastano, ci sono alcuni suggerimenti che un bravo maestro di ballo può seguire per migliorarsi e crescere.
Ecco le 10 cose da sapere per essere un bravo insegnante.

1. Conoscere e avere un FOCUS. L’obiettivo del maestro è l’insieme degli obiettivi dei suoi allievi. È importante conoscere tutti i membri delle lezioni, sapere che lavoro fanno, che cosa amano, che personalità hanno e cosa cercano nella danza (Attenzione: spesso nemmeno gli allievi stessi sanno perché hanno scelto di iscriversi a lezione di ballo!!). La conoscenza permette di centrare lo scopo di ciascuno e di soddisfare così al meglio le loro esigenze mettendo in campo iniziative, tipi di lezione e tecniche diverse proprio in base a ciò che bisogna raggiungere.

2. Bravura/abilità nella danza nel suo insieme. Per essere un bravo maestro è necessario essere anche un bravo ballerino e una persona curiosa. Continuare ad imparare nuove discipline, nuovi stili e approfondire lo studio delle culture dei balli è fondamentale per crescere come danzatori e quindi anche come insegnanti. Alcune nozioni semplici e eventuali contaminazioni tra balli possono risultare aneddoti interessanti da condividere anche a lezione di tanto in tanto. Inoltre non è sufficiente essere eccellenti esecutori dei passi, ma è importante che il maestro abbia soprattutto la capacità tecnica e una conoscenza puntuale di questi. 

3. Didattica. Nell’insegnare una sequenza è bene procedere con questo ordine: COSA QUANDO COME.

Il COSA è lo scheletro, la struttura basica dei passi ed è la prima cosa da spiegare, eventualmente anche in maniera rallentata e semplificata (Attenzione: non modificata).
Il QUANDO è la struttura ritmica dei passi, fatta di pause e di tempi ballati. Una volta spiegato questo, si procede a chiarire anche il tempo corretto di riproduzione dei vari passi (ovvero a tempo di musica).
Il COME sono tutti gli elementi aggiuntivi che costituiscono parte integrante e specifica del ballo, come ad esempio abbassamenti, elevazioni, torsioni, associazioni e dissociazioni.

4. Indicazioni e spiegazioni. Durante la spiegazione è ottimale utilizzare il proprio corpo in maniera dimostrativa, affinché gli allievi possano imitare e copiare correttamente, e nello stesso tempo dare rinforzo con indicazioni ulteriori di tipo visivo/gestuale e di tipo uditivo: quest’ultima tecnica è detta cueing. È bene quindi segnalare i movimenti da fare con dita, braccia o con gesti prestabiliti, ma anche con conteggi o indicazioni verbali.

5. Correzione. Il maestro deve correggere gli errori: è consigliato dire quello che l’allievo DEVE fare, non ciò che non deve fare. È buona norma infatti evitare di pronunciare le parole “NON” ,“MAI”, “MA”.

6. Rispetto e parità di trattamento.  È importantissimo nutrire rispetto nei confronti di tutta la classe in maniera paritaria. Imparare i loro nomi e ripeterli durante la lezione se necessario prova che il maestro è interessato ai suoi allievi e li fa sentire importanti. Anche la puntualità all’inizio e alla fine della lezione è sicuramente una dimostrazione di rispetto e correttezza. Inoltre, anche se può sembrare una banalità, è importante non fare differenze di atteggiamento tra i diversi allievi: tutti devono essere trattati in maniera uniforme (un allievo storico non deve avere più attenzioni di un nuovo allievo e così via). 

7. Avere un programma. È fondamentale strutturare un programma a lungo termine per i corsi, che comprenda il raggiungimento di piccoli traguardi didattici. Il piano deve seguire una escalation di difficoltà: il progresso deve essere sempre graduale. Gli allievi non devono avere l’impressione di fare prima passi più difficili e poi quelli più facili.

8. Organizzazione. È bene programmare per tempo la lezione del giorno, le canzoni che verranno utilizzate e i momenti e le tempistiche che la caratterizzeranno. Inoltre è utile studiare anche un climax ascendente di velocità nell’esecuzione della sequenza del giorno, con canzoni via via più veloci. Rimane sempre basilare cercare e scegliere musica BELLA e di difficoltà calibrata in base al livello del corso (le canzoni con i cambi di tempo, con delle pause o dei ritmi particolari o molto veloci possono essere troppo complesse!). Se ti interessa sapere di più della musica bella e di come riconoscerla clicca QUI.     

9. Presenza social. Essere presente con un profilo sui social networks principali è un plus: permette al maestro di essere rintracciato facilmente e di diventare anche amico dei suoi allievi. I social possono essere sfruttati anche per condividere contenuti interessanti e aspetti della propria vita personale degni di nota, e per promuovere serate o eventi della scuola con gli allievi. È bene invece evitare di condividere argomenti scottanti e critici come religione, politica ecc.

10. SORRISO. Il maestro è una figura pubblica, è il leader del corso, la figura di riferimento per tutta la classe. È importantissimo non portare mai i problemi personali di fronte agli allievi e esortare invece questi ultimi al divertimento. Indossare sempre il miglior sorriso e utilizzare un buon tono di voce è il miglior modo per trasmettere alla classe la nostra passione e soprattutto per fare emozionare tutti.

Contenuti tratti per gentile concessione del maestro Gianni Cugge.

Sara Fiorino

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