È arrivata la fine dell’anno, e in un mondo pre- covid sarebbe stato tempo di saggi e spettacoli.
Vero che è oramai da qualche tempo che di questi eventi non se ne può più organizzare. Ma con un pizzico di ottimismo possiamo vedere la luce in fondo a questo tunnel, che ci permetterà di ritornare presto a coreografare e a ri-provare l’emozione da palcoscenico.
Lo sviluppo di Internet e del digitale, ha provocato molti cambiamenti sociali e ha anche influito sull’ambito dello spettacolo. Il web ci fornisce da un lato la possibilità di accedere ad una mole potenzialmente infinita di informazioni, e quindi anche di spunti creativi, di storie e di idee per creare e formulare in modo unico le nostre coreografie.
D’altra parte, il mondo dell’online ci sta crescendo come individui frettolosi e frenetici, spesso affetti da un calo dell’attenzione che riusciamo a concedere alle cose. Per così dire il web ci sta plasmando come una generazione di sovra-stimolati, e così il pubblico che assiste alle nostre coreografie è via via più esigente.
Ormai in questo mondo supersonico siamo abituati ad avere tutto, subito e il più rapidamente possibile. Le informazioni di cui abbiamo bisogno le cerchiamo sul web e ci vengono restituite in modo efficiente nel giro di millesimi di secondo. Al giorno d’oggi si dice che “un’immagine vale più di mille parole” ed è proprio così: siamo sempre più stregati dalle immagini e ancor di più da quelle in movimento, i video.
In un mondo cosiffatto, creare un prodotto coreografico interessante, ma anche organizzare, in quanto scuola, una bel saggio di danza, può divenire un’ardua impresa. Alcuni accorgimenti possono aiutare che sia per una scuola o per un singolo coreografo alle prime armi. Vediamone insieme alcuni!
Partiamo dalla base. Per fare una coreografia serve innanzitutto una buona canzone, che piaccia, che sia anche famosa possibilmente (per leggere cosa abbiamo già detto sulla musica bella clicca qui), e che, per così dire, sia “showizzabile”. Cosa significa? Beh, diciamo che deve essere adatta a far da supporto ad uno show, che abbia una ritmica forte, non monotona e con contrasti sonori che permettano variazioni e passaggi appunto “spettacolari”.
È bene fare attenzione alla durata e non eccedere i 3 minuti (sempre che non ci siano diverse esigenze). Meglio la qualità alla quantità e 3 minuti sono adatti per mettere in scena un bel pezzo coreografico senza arrivare ad annoiare il pubblico! Per i tagli, la preparazione del brano musicale, o la creazione di particolari remix, il meglio è affidarsi ai professionisti, nel caso non si abbiano le capacità necessarie.
Altro elemento su cui focalizzarsi è il livello di abilità degli allievi: è importantissimo tenerne conto per calibrare bene la difficoltà dei passi e delle figure che ci saranno all’interno dell’esibizione in modo tale che risultino riproducibili in autonomia dai ballerini in scena.
Altra chicca è quella di scegliere un tema specifico. Affidarsi alla mera riproduzione di alcuni passi in fila, senza un senso più profondo, può rendere il tutto un po’ noioso e ripetitivo.
Invece se si fonda tutta la coreografia su un tema prescelto, il risultato può essere eccellente. Alcuni esempi tematici possono essere: un paese del mondo, un film, un colore, un tempo storico, un pianeta o un’emozione e così via.
La parola d’ordine nel mondo d’oggi è lo storytelling. Una coreografia o un saggio che sfrutta l’arte del racconto ha un punto di forza molto potente, che è quello di creare una connessione ineguagliabile con il pubblico, coinvolgendo le sue emozioni, le sue speranze e i suoi più profondi sentimenti. Il modo migliore per farlo è quello di creare un racconto coerente: la tematica scelta deve essere rappresentata attraverso la musica, i costumi, la scenografia, i passi e così via. Questo permette di trasmettere la storia in modo veramente completo al pubblico (anche a coloro che non conoscono preventivamente il racconto), lasciando che ogni dettaglio scenico e coreografico ne narri una parte.
Sentire e vedere una bella storia! Questo è ciò che il pubblico desidera. E una storia si può narrare in vari modi: con l’ausilio della giusta canzone, di un preciso abbigliamento di scena, con una tipologia particolare di movimento e figure coreografiche, con l’interpretazione, con la scenografia, ogni dettaglio è rilevante. L’importante è sempre raccontare e emozionare.
Altra parola chiave del mondo delle esibizioni: sorprendere! L’arte di stupire è fondamentale in questo campo. La sorpresa può nascere da svariati elementi. Può arrivare da un improvviso cambio di velocità, di canzone, di stile. Può derivare da una scenetta, da un highlight, come una presa, un sollevamento o un effetto ottico di passi svolto durante la coreografia. Può anche provenire da un’interpretazione giocosa, da un passo inaspettato o da un silenzio imprevisto. La sorpresa si può creare con un trasformazione d’abito, con un cambio di ballo, e con mille altri metodi. L’importante è sempre diversificare, distinguere e sorprendere.
Concludendo quindi, per fare questo mestiere serve una certa dose di creatività e innovatività; è bene trarre ispirazione da ogni più piccola cosa quotidiana, da ciò che ci emoziona, da un fatto di cronaca sentito in tv o dalle vecchie fiabe che leggevamo da bambini. Ma comunque, seguire queste poche regole aiuta sicuramente ad ottenere un bel risultato coreografico!
Sara Fiorino